Il capitano Nathanael Green Herreshoff, il famoso progettista
e costruttore di imbarcazioni da diporto di Bristol, Rhode Island,
attivo a cavallo tra il XIX e il XX Secolo, progettò su
commissione del New York Yacht Club, nel 1905, una barca monotipo
per i membri del circolo. Si trattava di una barca pensata per
regate senza handicap, dove ciò che premiava era la supremazia
di un equipaggio su un altro. La barca, costruita in 18 esemplari,
fu chiamata New York 30, dalla sua lunghezza al galleggiamento,
di appunto 30 piedi (Linnet, lultima barca depoca
acquistata e restaurata da Patrizio Bertelli nel 1998 è
appunto un classe NY30, lunghezza fuori tutto m 13.3, lunghezza
al galleggiamento m 9.1, baglio massimo m 2.6).
Sul finire del 1935 il direttivo della blasonata associazione
newyorkese stabilì che era ormai venuto il momento per
costruire un nuovo veliero, pensato anche questo per far partecipare
i membri dellassociazione a regate ad armi pari, nonché
destinato a rappresentare il Club negli anni a venire nelle maggiori
manifestazioni della costa est degli Stati Uniti, anche e soprattutto
in regate daltura. Il NY30 infatti, con armamento aurico
(trasformato in bermudiano in un secondo momento), era un veliero
estremamente bello ed elegante, ma non particolarmente veloce
in assoluto e con alcuni gravi difetti, tra cui non è da
sottovalutare la grande tuga, tipica e caratteristica delle barche
di Herreshoff, con molte finestre laterali in vetro, che la rendeva
perciò assai delicata e non adatta a lunghe e impegnative
traversate, per non parlare di come la barca era stata disegnata
sottocoperta, dove appunto mancava laltezza uomo, cosa che
ovviamente non facilitava l'uso della barca in crociera e ne faceva
un mezzo poco confortevole per un equipaggio femminile.
Fu così che nel 1936 il commodoro del New York Yacht Club,
W. A. W. Stewart, lanciò una vera e propria gara d'appalto
per la realizzazione di una nuova barca "ufficiale"
per il circolo, da costruirsi in venti esemplari, e invitò
i cinque studi di architettura navale leader dellepoca a
sottoporre un disegno ai membri del comitato direttivo. Vennero
richiesti progetti a John J. Alden (di cui sono, tra le altre
barche, rimasti famosi gli schooners Malabar), a Luders (una stella
nascente nel mondo dello yachting da regata, costruttore egli
stesso, nonché progettista dei famosi navy yawls), a Ford
& Payne e W. J. Roué (quest'ultimo il creatore dello
straordinario fishing schooner "Bluenose"), a Belknap
& Paine (già noti per le classi metriche) e infine
a Sparkman & Stephens.
Il disegno prescelto fu quello presentato dallo studio newyorkese
Sparkman & Stephens Inc., che, in risposta alle richieste,
progetto uno sloop potente e veloce, capace di affrontare
anche impegnative navigazioni oceaniche con un equipaggio composto
da quattro a sei persone, oltre al marinaio. La barca, seguendo
le direttive del New York Yacht Club, fu pensata leggermente più
grande del NY30, infatti il NY32 misura m 13,81 fuori tutto, m
9,75 al galleggiamento, m 3,21 di baglio, m 1,97 di pescaggio,
è in grado di portare ben 91 mq. di tela a riva. La costruzione,
seguita personalmente da Rod Stephens, fu portata a termine presso
il cantiere Henry B. Nevins, di City Island, New York, conformemente
alle regole del Cruising Club of America e dei Lloyds inglesi.
Larmamento, in completo accordo con le idee già formulate
dai due fratelli Stephens, che già da diversi anni teorizzavano
la netta supremazia della superficie di randa sul triangolo di
prua, o viceversa, ma in ogni caso la differenza tra le due aree,
è a 7/8 con albero ben avanzato verso prua, la base di
randa, la "E", di ben m 7,16. Una randa di tali dimensioni,
con vela di prua relativamente piccola, non solo permette di andare
a cambiare i fiocchi con meno frequenza, se la vela è di
peso sufficiente a sopportare vento forte, ma anche di poter entrare,
per esempio, in porto con sola randa a prendere un gavitello,
o ancora di poter procedere con la sola vela maestra in caso di
vento eccezionalmente forte, oltre ad essere una vela assai facilmente
e rapidamente riducibile di superficie con le mani di terzaroli,
si dice infatti che Rod Stephens sul suo NY32 Mustang (ex Revonoc
-NY32 # 17-) riuscisse a dare una mano di terzaroli in meno di
25 secondi, senza aiuto e senza lausilio di moderni marchingegni!
Cio che probabilmente indusse il NYYC a scegliere tra i
cinque progetti pervenuti, quello presentato da S&S, fu, oltre
alle note peculiarità delle barche del già
famoso binomio, labilita e lintuito commerciale
di Drake Sparkman, tra i soci dello studio, quello che si faceva
carico della strategia commerciale. Mr. Sparkman decise infatti
di presentare il progetto con allegata una proposta esecutiva
completa per la costruzione del veliero, incluso il preventivo,
venti barche al prezzo unitario di $11.500 tutto compreso. Presa
la commissione si iniziò immediatamente a costruire le
barche, tutte con lo scafo a un solo corso di fasciame di mogano,
avvitato su ordinate e chiglia in quercia bianca con viti di bronzo
silicio Everdur (la miglior qualità disponibile a quel
tempo), completa di vele di Ratsey & Lepthorne. Il New York
32 veniva quindi proposto agli armatori pronto "alla boa",
fatto che nel 1936 doveva essere alquanto insolito. Al fine di
garantire la produzione di venti barche esattamente identiche
luna allaltra (era concesso allarmatore solo
di scegliere se armare la barca a sloop o a yawl), si utilizzò
il sistema ideato già da N.G. Herreshoff, cioè quello
dello stampo maschio, e della costruzione degli scafi a due per
volta, a testa in giù. I venti esemplari vennero terminati
nel corso di un anno, lo stampo fu poi distrutto, come stabilito
dal NYYC.
Il disegno del NY32 è una evoluzione che rappresenta il
meglio di Dorade (S&S disegno n° 7, del 1929) e di Stormy
Weather (S&S disegno n°27, del 1934), (due barche che
oggi battono entrambe bandiera italiana, essendo infatti di proprietà
di Giuseppe Gazzoni Frascara. Stormy è attualmente oggetto
di un attento restauro presso il Cantiere Navale dellArgentario).
In effetti il NY32 è più simile a un grande 6 metri
Stazza Internazionale, con caratteristiche che potremmo però
definire più da crociera. Le sue sezioni sono assai affilate,
la ruota di prua incavata, il disegno è orientato alla
esasperata ricerca della diminuzione della superficie bagnata,
le sezioni sono di conseguenza molto assottigliate sotto la linea
di galleggiamento, in particolare nelle uscite di poppa e di prua,
con il risultato che il motore ausiliario dovette essere collocato
in posizione decisamente elevata, luscita dellasse
dellelica e laterale, al fine di non influire sulleffettività
del timone, che e perciò privo di pozzetto
dellelica.
In un articolo apparso su una famosa rivista dellepoca,
The Rudder, nel marzo 1936, si ipotizzava che il disegno S&S
venne scelto in forza del suo predecessore Starlight (S&S
disegno n° 66, 1934, lunghezza fuori tutto m 13.41, lunghezza
al galleggiamento m 9.75, baglio m 3.73) una barca effettivamente
assai simile al NY32, in particolare nelle forme e dimensioni
sotto la linea di galleggiamento, e che stava vincendo quasi tutte
le regate daltura cui prendeva parte.
Nel suo fondamentale volume Choice Yacht Designs (1979, pag. 24),
Richard Henderson ha definito il NY32 an all time classic.
Dei venti NY32 costruiti, uno andò distrutto durante un
incendio del cantiere dove si trovava per manutenzione, gli altri
diciannove sono tutti naviganti, o in fase di restauro. In Italia
si trovano due classe NY32, Sirius e Ice Fire.
Alte informazioni riguardanti questo classico dei classici sono
disponibili su New York 32.
|