Progettata nel 1976 per l'Alpa di Offanengo con armamento a sloop, lo stampo venne cedutoal cantiere Dullia, che ne continuò la produzione dal 1981, ma senza prima avere commissionato a Sparkman & Stephens una revisione del piano velico a ketch (la versione di Jomidi).
Di seguito una descrizione dell'armatore di Jomidi:
Come si può vedere è una barca "da viaggio".
Soffre un pochino con venti leggeri, sicuramente in boa il suo raggio di virata sarà il 150% di una barca moderna. In retromarcia bisogna prenderci un po' la mano (ma Jomidi ha l'elica di prua!), in compenso le sue doti sono: stabilità di rotta, buona bolina, barca equilibrata senza che ci si affatichi al timone, passaggio sull'onda estremamente morbido, non "spancia" mai (caratteristica di quasi tutte le barche di ultima generazione), quindi comfort di navigazione assicurato.
Gli interni sono tutti in mogano chiaro, ove è stato possibile utilizzare legno massello questo fa la sua bella figura; la suddivisione sotto coperta è tale da poter accomodare agiatamente quattro persone, sei al limite (c'è anche il riscaldamento).
Certamente S&S ha progettato barche che a qualcuno piacciono più di questa, ma bisogna apprezzare l'attenta opera di mediazione effettuata dal progettista, che ha dovuto conciliare qualità marine con la comodità di vita a bordo e infine l'estetica, tutto sommato buona soprattutto se si considera che la lunghezza fuori tutto è di soli 38 piedi.
|